Popeye the Sailor Man (2025)
July 19, 2025
Il film apre con un brutale cold open che spezza ogni aspettativa: Popeye, con il suo inconfondibile mento pronunciato e i muscoli gonfi, piomba nella fabbrica di conserve di spinaci e decima un gruppo di spacciatori con una violenza sanguinaria e sorprendente. Non è solo un omaggio gettato lì, bensì una dichiarazione di intenti: qui il mito dell’uomo forte dopo una lattina di spinaci diventa spleen horror in alta tensione.

Al centro della trama c’è un gruppo di giovani – guidato da Dexter (Sean Michael Conway) – determinati a indagare sulla leggenda urbana del “Sailor Man”. La location abbandonata fa da perfetto teatro per un horror claustrofobico: corridoi bui, scale scricchiolanti e un’atmosfera di costante minaccia. Il ritmo è calibrato, con momenti di suspense che esplodono in scene splatter, esasperando l’effetto shock senza cadere nella noia.
La caratterizzazione del protagonista – Jason Robert Stephens – è un capolavoro “B‑movie”: prostetica evidente, pipe di pannocchia e braccia sovrumane. Nonostante qualche limite tecnico nei movimenti, il look funziona, soprattutto nei momenti in cui emergono ironia (un’apertura di lattina che avverte i protagonisti, frasi cult come “I yam what I yam”) e brutalità.
Il cast di contorno è tutto sommato dignitoso: Elena Juliano (Olivia) regala spessore emotivo, mentre Mabel Thomas (Katie) diventa la chiave emotiva. Le sequenze più riuscite coinvolgono Lisa e Seth – la loro morte, pur classica nello stile da slasher, porta una vena di macabra ironia, e la morbosa inefficacia di alcuni personaggi amplifica il “so bad it’s good”.
Dal punto di vista del lore, il film gioca benissimo con rimandi al personaggio originale – Wimpy, lattine strategiche, frase culto – senza diventare parodia. La sceneggiatura di John Doolan sfrutta gli elementi iconici per potenziare la tensione. Anche se alcune svolte narrative restano prevedibili, il twist finale regala un affetto morboso verso il killer, quasi lo si “tifi”

In definitiva, Popeye the Slayer Man è un piccolo gioiello kitsch da horror: sa essere grottescamente divertente, giallo‑splatter e nostalgico senza prendersi troppo sul serio. Non è un capolavoro, ma è un B‑movie che sa quello che vuole essere: brutale, spassoso e nostalgico. Se cercate una visione da serata borderline, tra sangue, lattine e risate, è perfetto.
