September 11, 2025

“Creed 4” (2025) si presenta come un capitolo che non solo porta avanti la leggenda di Adonis Creed, ma la reinventa in una dimensione più intima e potente. Il film affonda le radici nel conflitto interiore del protagonista, mostrando come la gloria del ring non basti più a colmare i vuoti personali e familiari. Questa volta, il pugile deve affrontare un nemico che non è soltanto fisico, ma anche psicologico: il peso delle aspettative, la pressione del nome Creed e il desiderio di costruire un’eredità propria e autentica.

La regia riesce a mantenere un equilibrio impeccabile tra azione e dramma, regalando al pubblico sequenze di combattimento mozzafiato, coreografate con realismo e brutalità, ma senza dimenticare i silenzi, gli sguardi e i momenti sospesi che rivelano la vulnerabilità dell’uomo dietro il campione. Ogni colpo sul ring diventa una metafora delle battaglie interiori di Adonis, e il pubblico viene trascinato in un vortice emotivo che va ben oltre la semplice sfida sportiva.

Il cuore della storia è rappresentato dal rapporto complesso tra Adonis e la sua famiglia. La paternità, le difficoltà coniugali e le cicatrici lasciate dal passato si intrecciano con il desiderio di costruire un futuro migliore. Questo crea una narrazione che non si limita al cliché del “campione imbattibile”, ma ci offre un ritratto umano, fragile e vero, capace di toccare corde profonde nello spettatore.

Il nuovo avversario, interpretato con intensità e magnetismo, è più di un semplice rivale sportivo: incarna un passato che ritorna, un fantasma che costringe Adonis a guardarsi dentro e a mettere in discussione le sue scelte. Ogni scontro diventa quindi un viaggio di auto-riflessione, una scalata non verso la vittoria esteriore, ma verso la conquista della propria identità.

Dal punto di vista tecnico, “Creed 4” sorprende per l’uso innovativo della macchina da presa e del sonoro. I combattimenti vengono resi con una prospettiva immersiva, facendo percepire ogni colpo come se fosse diretto allo spettatore. La colonna sonora, intensa e graffiante, si fonde con il battito del cuore dei protagonisti, amplificando la tensione fino a livelli quasi insostenibili.

In definitiva, “Creed 4” non è solo un film di boxe, ma un’opera che parla di sacrificio, redenzione e ricerca di sé. È un racconto che scuote, emoziona e lascia un segno, mostrando che i veri avversari non sono sempre quelli che ci troviamo davanti sul ring, ma quelli che ci portiamo dentro. Con questa nuova pellicola, la saga Creed raggiunge una maturità narrativa che la consacra definitivamente nel pantheon delle grandi storie sportive e umane del cinema contemporaneo.